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Passo del Piccolo San Bernardo: uno dei valichi alpini più antichi

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Il Passo del Piccolo San Bernardo è stato fin dall’antichità uno dei principali valichi delle Alpi, situato a oltre duemila metri d’altezza (2,188 metri), il Passo si apre su un piccolo altopiano, e presenta numerosi resti storici del suo passato.

Il Passo del Piccolo San Bernardo fu utilizzato fin dal terzo millennio a.C. ed era chiamato dai romani “Alpis Graia”. Qui vi passava la via consolare delle Gallie.

La più antica testimonianza dell’utilizzo del passo fin dai tempi antichi è il cromlech del Passo del Piccolo San Bernardo (“le cercle” o “le concert d’Annibal”) un cerchio di pietre con probabile funzione astronomica e di recinto funerario, risalente alla prima età del Ferro (3,000 a.C.), e attraversato oggi dalla strada attuale, formato da una cinquantina di grandi pietre piantate nel terreno e disposte, a distanze variabili tra i 2 e i 4 metri, in un cerchio dal diametro di 72 metri.

All’epoca romana risalgono diverse strutture fra cui una mansio ed un tempio. I resti della “mansio in Alpe Graia” sono visibili vicino al monumento ai caduti nei campi di concentramento nazisti e alla dogana italiana, si tratta dei muri di fondazione di un edificio della prima epoca imperiale romana, formato da due strutture con varie stanze, probabilmente adibito a stazione di posta per i cavalli, magazzino e a taverna.

A sud della struttura si trovavano i resti di un santuario gallo-romano in parte distrutto dal passaggio della strada moderna. Nella zona sono anche visibili gli scarsi resti di tratti dell’antica strada romana.

Superato il confine, in territorio francese, sono visibili i resti di un altro edificio romano del III secolo d.C., sull’altro lato della strada si trova la colonna di Giove, colonna romana alta 4,35 metri, che fa da piedistallo ad una piccola statua di legno di San Bernardo.

Sul Passo del Piccolo San Bernardo è presente anche il giardino botanico alpino Chanousia, dedicato alla flora alpina, da alcuni anni nuovamente attivo. Qui si trovano anche il monumento funebre e la cappella dedicati all’abate Pierre Chanoux (1828-1909), rettore dell’Ospizio del colle del Piccolo San Bernardo e fondatore del giardino botanico. Il giardino che fu abbandonato nel 1940 in occasione della guerra, al termine del conflitto, dopo la revisione dei confini alpini a favore della Francia, la zona passò sotto il controllo francese, il giardino fu riaperto solo a partire dalla fine degli anni ’70 del XX secolo.

Anche l’antico ospizio del Passo del Piccolo San Bernardo, abbandonato dall’ultima guerra mondiale, è stato recentemente ristrutturato e aperto al pubblico come ufficio turistico. Poco dopo l’ospizio è il monumento in bronzo dedicato a San Bernardo e nelle vicinanze, a dominare il Passo, è la garitta dei doganieri.

La strada del Passo del Piccolo San Bernardo è aperta abitualmente da fine maggio a fine ottobre.

Bibliografia:

  • “Guida d’Italia. Torino e Valle d’Aosta” Touring Club Italiano 2007
  • “Le Petit-Saint-Bernard : le « Mystère », le col, les routes, l’hospice, les voyageurs” Dardel 1924. 
  • “Chanousia, le jardin alpin du Petit-Saint-Bernard, entre Vanoise et Grand Paradis” Musumeci 1980 

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