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La chiesa della Santissima Trinità di Saccargia è tra le chiese romanico-pisane più belle della Sardegna. Fu costruita nel XII secolo grazie al lavoro dell’Ordine Camaldolese e consacrata nel 1116, in seguito alla donazione di Costantino I, giudice di Torres. La basilica faceva parte di un grande complesso monastico di cui sono visibili i resti sul lato destro della basilica. Dal punto di vista architettonico, la struttura è armonica ed elegante. La facciata – che è rivestita a filari di conci di calcare chiaro alternati a basalto scuro – è divisa in due ordini di arcate cieche decorate con rombi gradonati, ciplei intarsiati e bacini ceramici colorati.
Il portico – che sorge davanti alla facciata – risale alla fine del XII secolo ed è sorretto da pilastri e colonne con capitelli riccamente decorati da motivi zoomorfi e fitomorfi. Sul capitello sinistro è scolpito il motivo della “vacca”, che riporta al nome della chiesa, Saccargia sembra derivare dal Sardo “sa vacca arza” ossia “la mucca dal pelo macchiato”. La stessa valle dove sorge la chiesa era adatta al pascolo bovino. Sul lato sinistro della basilica svetta il maestoso campanile, dall’altezza di circa 40 metri, uno dei pochi esempi sopravvissuti del periodo romanico.
All’interno, la chiesa ha un’unica navata che termina con un transetto a tre absidi. L’abside centrale, più ampia delle laterali, è arricchita da un pregevole affresco eseguito verso la fine del XII secolo. L’affresco è diviso in tre fasce: nel catino absidale troviamo Cristo Benedicente attorniato da angeli e arcangeli. Nella fascia centrale sono rappresentati gli apostoli e la Vergine Orante. L’ultima fascia presenta storie della passione di Cristo. L’opera costituisce uno dei rari esempi di pittura murale romanica in Sardegna.
Nell’abside destra si trova il Retablo minore di Saccargia opera del Maestro di Castelsardo, databile attorno al 1492. Si tratta di un doppio trittico mancante di predella e polvaroli, dipinto con tempera e olio su tavola, delle dimensioni di 1,80 m x 1,23 m. Il dipinto rappresenta partendo dal basso: nello scomparto centrale la Madonna in trono col Bambino e due ploranti inginocchiati, ai lati San Giovanni Battista e San Pietro. In alto al centro la Trinità tra l’Arcangelo Gabriele e l’Annunciazione.
Osservando l’opera si vede fortissima l’impronta del Maestro, soprattutto nelle parti di maggior impegno come la Trinità, dove, sia la figura del Padre che quella di Cristo, non sono più rigorosamente frontali. Il Maestro di Castelsardo, artista anonimo operante in Sardegna nel XV secolo, è forse il massimo rappresentante della sintesi tra gotico ispanico, apporti rinascimentali e tradizione locale testimoniata dalla realizzazione dei grandi retabli cinquecenteschi che si trovano nell’isola.
INFORMAZIONI PRATICHE: La basilica della Santissima Trinità di Saccargia si trova a 12 chilometri da Sassari, nel comune di Codrongianos, la si raggiunge percorrendo un breve tratto della strada n°131 in direzione di Oristano e poi prendendo la strada n°597 in direzione di Olbia, lungo la quale dopo circa un chilometro si trova la chiesa.