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A nord delle scogliere di Capo Pecora si estendono le lunghe spiagge sabbiose di Scivu e Piscinas. Queste spiagge si trovano lungo la costa sud-occidentale della Sardegna, tra i centri abitati di Fluminimaggiore e Arbus.
SPIAGGIA DI SCIVU
Superato il bivio per Capo Pecora si prende la strada in direzione di Arbus, dopo il bivio che a destra porta a Fluminimaggiore, si percorrono ancora circa 7 km in direzione di Arbus e poi si prende a sinistra per Scivu.
La spiaggia di Scivu è bordeggiata da alte scogliere di arenaria, e presenta un’incantevole colore dorato dovuto alla sabbia finissima che emette dei suoni camminandoci sopra. Il litorale è tagliato in due da un piccolo tratto di scogliera, dove sitrovano dei piccoli archi di roccia, la spiaggia è lunga in totale 4 Km, l’ambiente, incontaminato è d’incomparabile bellezza.
SPIAGGIA DI PISCINAS
Da Scivu torniamo indietro e seguiamo le indicazioni per Ingurtosu, interessante borgo minerario, dopo aver superato l’abitato, sulla sinistra inizia la strada sterrata di 7 km per Piscinas. Poco oltre Ingurtosu troviamo il suggestivo insediamento minerario di Naracauli con i resti della laveria Brassey (1900). Si raggiungono quindi le dune di Piscinas, tra le più grandi in Europa, un vero “deserto” in miniatura che ricopre un area di circa 18 kmq, le dune si spingono nell’entroterra per circa 2 chilometri raggiungendo un’altezza massima di 50 metri.
Sabbia gialla, finissima, come quella del Sahara, accumulata dal maestrale lungo una litoranea di nove chilometri lambita da acque cristalline e punteggiata da ginepri. La vegetazione endemica è in prevalenza costituita da ginepri plurisecolari, lentisco, ginestra ed euforbia alternate a distese di tamerici e di giunchi nei pressi dei corsi d’acqua, la fauna è caratterizzata dalla presenza del cervo sardo. Sulla spiaggia nelle notti di giugno vengono a deporre le uova le tartarughe marine.
La spiaggia di Piscinas veniva utilizzata dalle miniere come terminale per il trasporto del minerale nelle fonderie, di fronte al mare aperto, era stato costruito un pontile, in legno e ferro, che permetteva l’attracco dei velieri. Resti dei binari e alcuni carrelli minerari arrugginiti sono visibili tra le dune e la spiaggia.
DA VISITARE NELLA ZONA: Ingurtosu (Arbus). Ingurtosu è stata una delle più importanti realtà minerarie della Sardegna. E’ uno degli esempi più significativi di borgo minerario in Sardegna; l’insediamento ottocentesco è disposto a blocchi sparsi in un ripido pendio. Il villaggio era il centro direzionale delle due miniere di Ingurtosu e di Gennamari. Nel villaggio c’erano la direzione, lo spaccio, la posta, le abitazioni degli impiegati, l’ospedale, la chiesa, il cimitero. Notevole la palazzina in stile neo-gotico francese che ospitava la Direzione.
Miniera di Montevecchio (Arbus e Guspini). La miniera di Montevecchio, particolarmente ricca di risorse e di filoni metalliferi piombo-zinchiferi, fu utilizzata almeno a partire da metà Ottocento. Montevecchio è oggi uno degli otto siti che formano il Parco Geominerario della Sardegna.
Tutta la zona è al centro di un restauro con progetti per recuperare il complesso minerario a fini turistici. Si è conservato in modo splendido il Palazzo della Direzione, del 1878, che al secondo piano ha una sala blu affrescata negli anni Venti dai prigionieri austriaci della Prima guerra mondiale. Da visitare anche la laveria Principe Tommaso. Gli impianti minerari si suddividono nei settori di Levante e di Ponente separati dal passo di Gennaserapis, nel quale è situato il nucleo centrale dell’abitato di Montevecchio.
È visitabile la “Galleria Anglosarda”. Il sito è visitabile esclusivamente su prenotazione. Biglietto: individuale € 6.00; ragazzi (6-12 anni) € 3.00; gruppi (superiori a 25) € 4.50; scuole € 3.00. Il biglietto comprende il servizio di guida al sito. Prenotazioni e informazioni: tel. 0781 491300 – 348 1549556 – 349 5503147 fax. 0781 491395 e-mail: segr.dir@igeaminiere.it
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